PER STARE MEGLIO FISICAMENTE, CURATI (ANCHE) CON IL POTERE DELLE PAROLE ft. ROBERTO BOMBAGI

 In Copywriting, Neuroscienze

“Sono troppo stressato!”

“Oggi mi sento stanco”

“Inutile che vado in palestra, tanto non cambia nulla”

 

Bene o male, queste tre frasi ce le siamo dette tutti almeno una volta nella vita, vero?

Io anche più di una volta, a dirla tutta.

Sì perché sono un po’ quelle frasi con cui giustifichiamo alcuni momenti delle nostre giornate, o anche alcune giornate intere.

Durante questo tipo di interazioni con noi stessi però c’è una cosa di cui non ci rendiamo conto: il nostro cervello ci ascolta.

Ed essendo il cervello di ognuno di noi estremamente letterale, ci dà pure retta!

E allora rilascerà qualunque tipo di ormone necessario ad avvalorare il modo in cui diciamo di sentirci.

Che cosa vuol dire questo?

Vuol dire che anche quando interagiamo con noi stessi, dobbiamo fare attenzione alle parole che scegliamo di utilizzare, perché il rischio di costruirsi in autonomia delle trappole mentali è molto molto alto.

Il rischio di innescare un loop negativo, che influisce (anche) sulla nostra salute fisica, è dietro l’angolo.

Di questo ne ho parlato con un esperto in fisioterapia e biohacking, tra poco ti dirò chi è, ma prima lascia che mi presenti brevemente se non mi conosci.

Mi chiamo Marika, sono una copywriter e negli ultimi anni ho studiato e approfondito il settore delle neuroscienze, dedicandomi nello specifico all’utilizzo e l’effetto delle parole su ognuno di noi e applicando tutto al mio lavoro.

In questo articolo ti parlerò di quanto il rapporto tra le parole, il benessere mentale e la salute fisica sia più forte di quello che pensi, di quello che tutti noi pensiamo.

Per farlo, ho fatto una bella chiacchierata con il dott. Roberto Bombagi.

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Ho conosciuto Roberto più di un anno fa, quando io per prima ho deciso di affidarmi a lui per rimettere in sesto alcune cose in me che ritenevo non funzionassero nel modo giusto.

Il suo approccio è chiaro: “Non curo la malattia, curo la persona”.

La consapevolezza del proprio corpo e le scelte quotidiane

Avere consapevolezza è un elemento fondamentale che influisce inevitabilmente sulle nostre scelte quotidiane relative alla salute. 

Quando siamo consapevoli di come ci sentiamo fisicamente, possiamo prendere decisioni più mirate e in qualche modo buone per il nostro benessere.

Detta così sembra semplice.

Il problema è che questa consapevolezza non è sempre scontata e spesso richiede un percorso di crescita e auto-riflessione.

Il dott. Bombagi mi ha spiegato che esistono due categorie di persone in questo contesto. 

1. Quelli già consapevoli

Queste persone hanno spesso la motivazione e la spinta iniziale per fare piccoli cambiamenti nelle loro vite. 

Ad esempio, decidono di iniziare a camminare di più, a mangiare in modo più sano o a praticare meditazione. 

Questa motivazione iniziale innesca un feedback loop positivo: compiono un’azione salutare, ne traggono beneficio e si sentono incoraggiati a continuare. 

Questo ciclo virtuoso si può riassumere nel modello segnale – azione – gratificazione, dove ogni piccola vittoria rafforza la loro consapevolezza e determinazione.

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2. Quelli non consapevoli, ma che vorrebbero

Dall’altra parte, ci sono persone che vorrebbero migliorare la loro salute, ma non hanno ancora acquisito la consapevolezza necessaria per iniziare. 

Queste persone conoscono teoricamente i benefici di uno stile di vita sano, ma faticano a trasformare questa conoscenza in azioni concrete. 

È qui che entrano in gioco le parole: il linguaggio che usiamo con noi stessi può fare una grande differenza. 

Parole giuste e incoraggianti possono aiutare a costruire la consapevolezza necessaria per fare il primo passo verso il cambiamento.

Dal sapere al fare: il ruolo (vero) delle parole

Passare dalla conoscenza all’azione è un processo che come abbiamo detto richiede consapevolezza. 

La consapevolezza si costruisce attraverso piccoli step quotidiani, e le parole che utilizziamo sono fondamentali in questo percorso. 

Il cervello risponde ai segnali linguistici in modo molto diretto.

Quando parliamo a noi stessi in una determinata maniera, stiamo programmando il nostro cervello a percepire queste azioni come realizzabili e significative.

E che siano negative o positive, al cervello non importa niente!

Roberto, per spiegarmi bene questo concetto mi riporta l’esempio del miglioramento del 2%

Che cosa significa?

Significa che, semplicemente, non è necessario fare cambiamenti radicali dall’oggi al domani. 

Già ti vedo, in uno di quei momenti in cui ti senti carico e pronto a cambiare la tua vita, programmare già da domani una serie di cambiamenti radicali sul tuo calendario.

Mi sveglio alle 6, vado a correre, poi faccio meditazione, dopo vado a lavoro e mi muovo ogni 15 minuti” ecc, ecc.

No.

Non conto sulle dita delle mie mani le volte in cui anche io ho fatto la stessa cosa.

E poi? Forse ne portavo a termine 1 o 2.

Piccole modifiche, come scegliere di prendere le scale invece dell’ascensore, possono sembrare insignificanti, ma sono potenti strumenti per innescare un feedback loop positivo. – dice Roberto

Ogni scelta consapevole rafforza l’abitudine e contribuisce a costruire una base solida per ulteriori miglioramenti.

Questo ciclo può essere potenziato ulteriormente attraverso l’uso consapevole delle parole. 

Ad esempio, tenere un diario in cui annotiamo i nostri successi quotidiani può aiutarci a mantenere alta la motivazione e a visualizzare i progressi compiuti ogni giorno.

Le parole non sono solo strumenti di comunicazione.

Guidare scelte più consapevoli in un mondo iperstimolato

Viviamo in un’epoca in cui siamo costantemente bombardati da informazioni e pubblicità, spesso ahimè contraddittorie e fuorvianti. 

Questo sovraccarico informativo rende difficile per le persone fare scelte consapevoli riguardo alla propria salute. 

In questo contesto, il ruolo delle parole e del linguaggio è fondamentale per guidare le persone verso decisioni più sane e informate.

Il dott. Roberto Bombagi sottolinea come questa sovrabbondanza di informazioni rappresenti una sfida significativa. 

Il cambiamento deve partire dall’alto,” afferma, riferendosi ai professionisti della salute che hanno il compito di indirizzare le persone verso scelte consapevoli. 

La chiarezza e la semplicità nel comunicare concetti complessi sono essenziali per aiutare le persone a navigare attraverso il mare di informazioni disponibili.

I professionisti della salute hanno il compito di tradurre la complessità della scienza medica in termini comprensibili per il pubblico.

Ma non si tratta solo di fornire informazioni corrette.

È necessario anche considerare i valori personali e le credenze di ciascun individuo. 

È importante che noi professionisti creiamo un legame empatico con i pazienti, adattando il linguaggio e il messaggio alle esigenze e alle sensibilità di ognuno.

Per fare scelte consapevoli, le persone devono avere una conoscenza di base sufficiente, che si intreccia con i loro valori personali e con il metodo proposto dai professionisti della salute. 

Questa triangolazione è essenziale per evitare dissonanze cognitive che potrebbero ostacolare il cambiamento. 

Se una persona percepisce una disconnessione tra ciò che sa, ciò che crede e ciò che viene consigliato, è meno probabile che adotti nuovi comportamenti salutari.

Utilizzare le parole per smuovere e motivare

Le parole che i professionisti della salute utilizzano possono avere un impatto significativo sul modo in cui le persone percepiscono le informazioni e agiscono su di esse. 

Termini semplici, comprensibili e motivanti possono aiutare a superare le barriere psicologiche e a innescare un cambiamento comportamentale. 

Ad esempio, invece di dire “devi smettere di fare questo”, un approccio più propositivo potrebbe essere “fare questo può migliorare la tua salute”.

La comunicazione empatica è fondamentale per costruire fiducia e motivazione nei pazienti. 

Quando i professionisti della salute parlano il linguaggio dei loro pazienti, considerando le loro paure, speranze e aspettative, possono guidarli in modo più efficace verso scelte salutari. 

Questo approccio richiede ascolto attivo e una comprensione profonda delle emozioni e delle motivazioni personali.

Infine, è cruciale che l’educazione alla salute sia un processo continuo. 

Le emozioni e la gestione del dolore

La definizione neuroscientifica delle emozioni è: “risposte complesse del sistema nervoso a determinati stimoli che influenzano profondamente il modo in cui percepiamo e rispondiamo al mondo intorno a noi.

In termini più semplici, le emozioni sono il modo in cui il nostro cervello risponde al mondo che ci circonda. 

Questo è particolarmente vero quando si tratta di dolore.

Le emozioni possono influenzare in modo significativo la percezione e la gestione del dolore. “ dice il dott. Bombagi.

In ambito sanitario, si parla di “Yellow Flags” (bandiere gialle) per indicare quei segnali emotivi e psicologici che possono complicare la gestione del dolore. 

Tra queste bandiere gialle troviamo le credenze, le emozioni e le aspettative del paziente.

Due persone possono sperimentare lo stesso evento doloroso, ma le loro risposte emotive possono determinare percorsi di guarigione molto diversi. 

Questo fenomeno è descritto nel Fear Avoidance Model (modello di paura evitamento), dove la paura e l’evitamento possono peggiorare la percezione del dolore e limitare il recupero.

Il Fear Avoidance Model illustra come la paura del dolore possa portare a un ciclo negativo. 

Quando una persona è fortemente emotiva e ha paura del dolore, tende a evitare il movimento e altre attività che potrebbero causare disagio. 

Questo evitamento porta a una riduzione dell’attività fisica, che a sua volta può peggiorare la condizione fisica e aumentare la percezione del dolore, creando un circolo vizioso.

Al contrario, un approccio positivo e proattivo nella gestione delle emozioni può portare a un ciclo virtuoso. 

Lavorando sulle credenze e le aspettative dei pazienti, è possibile aiutarli a comprendere che il dolore può essere gestito e superato, portando a una maggiore attività e a una migliore qualità della vita.

Il ruolo delle parole nella gestione del dolore

Le parole che usiamo per descrivere il dolore e le condizioni di salute possono avere un impatto significativo sulle emozioni e sulle percezioni dei pazienti. 

Dire a un paziente che ha una “tendinopatia cronica”, può portare a sentimenti di ansia e angoscia, poiché utilizzando la parola “cronica” il paziente potrebbe sentirsi intrappolato in una condizione senza via d’uscita.

Al contrario, utilizzare termini come “persistente” può aiutare a mantenere la speranza e la motivazione.

La gestione emotiva attraverso il linguaggio è fondamentale per modulare la percezione del dolore. 

Il cervello funziona come un filtro che seleziona quali input dare priorità. 

Quando il dolore è associato a forti emozioni negative, il cervello tende a dare più importanza a quell’esperienza, amplificando la percezione del dolore. 

Al contrario, una gestione emotiva positiva può ridurre l’intensità percepita del dolore.

Le emozioni sono strettamente intrecciate con la percezione del dolore e il processo di guarigione. 

Utilizzando le parole in modo consapevole e adottando strategie di gestione emotiva, i professionisti della salute possono aiutare i pazienti a navigare attraverso le loro esperienze dolorose in modo più efficace. 

In definitiva, le parole che usiamo non sono solo strumenti di comunicazione, ma veri e propri conduttori del nostro benessere fisico e mentale. 

Quando diciamo “sono troppo stressato” o “mi sento stanco“, stiamo programmando il nostro cervello a rispondere di conseguenza. 

Questo non significa che dobbiamo essere sempre positivi a tutti i costi, anzi, ma semplicemente consapevoli del potenziale impatto delle nostre parole sulla nostra salute. 

Come ha evidenziato il dottor Roberto Bombagi, anche i più piccoli aggiustamenti nel nostro linguaggio interiore possono avviare un ciclo virtuoso di cambiamenti positivi. 

Quindi, la prossima volta che ti trovi a pronunciare parole che potrebbero limitarti, prova a reinterpretarle in modo più costruttivo. 

Usa il linguaggio per supportare il tuo benessere e incoraggiarti nei tuoi obiettivi.

 

Rock On,

Marika

 

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